Dei futures avrete sicuramente già sentito parlare, almeno al telegiornale.
Sono in effetti un pilastro portante della finanza tradizionale e sono largamente utilizzati da investitori di alto profilo, istituzioni, società, governi e dagli utenti più tecnici e raffinati.
I futures sono detti “strumenti derivati” in quanto non implicano che si acquisti il sottostante rappresentato, ma sono un mero strumento che ne ricalca il prezzo in un dato momento nel tempo.
L’operatore che utilizza i futures quindi, ottiene il diritto di acquistare o vendere il derivato di un determinato asset ad un certo prezzo e in un certo momento nel tempo, scommettendo di fatto sulla prestazione futura.
I futures sono tra gli strumenti speculativi e di copertura per eccellenza, solitamente mantenibili con margini operativi ridotti a fronte dei requisiti minimi per l’apertura della posizione. Sono quindi di norma soggetti a tutta una serie di regole che possono includere la già citata dimensione minima del contratto piuttosto che il tasso di interesse, il margine e la data di scadenza.
La leva di solito varia a seconda del tipo di contratto.
I futures possono essere utilizzati con diverse finalità e per diverse ragioni:
Una grande varietà di asset rappresentati.
Utilizzare posizioni scoperte (la posizione short, vendita senza il possesso dell’asset)
Gestione del rischio: vendere contratti futures di un proprio prodotto ad un prezzo considerato accettabile mettendosi quindi al riparo da potenziali eventi nefasti nel mercato.
Nel settore crypto il mercato futures è molto vivace ed è uno strumento flessibile per mettersi al riparo della volatilità o per aderire ad una diversa gamma di utilizzi, fermo restando che una buona conoscenza del mercato relativo allo strumento considerato (ad es Btc) e allo stesso future è d’obbligo.
La compravendita avviene strumentalmente nello stesso modo in cui si aprono le posizioni spot consuete, facendo attenzione al mantenimento del margine necessario per le posizioni in leva e alla natura del futures, se perpetuo o a scadenza. In tal caso, ad una certa data il contratto verrà chiuso.
La leva.
L’effetto leva permette di aprire una posizione utilizzando “in leva” il capitale inizialmente disponibile.
La piattaforma, o prestatori di liquidità, forniscono capitale necessario in funzione della leva scelta.
Se dispongo di 1000 dollari e voglio aprire una posizione da 2000, allora avrò necessità d’utilizzare una leva 2X e così via.
Conosciuto generalmente come “margin trading”, il trading a leva prevede che una certa percentuale del valore totale dell’ordine venga impegnata (margin), dove la leva descrive il rapporto tra il margine e i capitali presi in prestito: apro un’operazione di 50mila dollari in leva X10, il mio margin è di 5000.
Le piattaforme permettono di scegliere tra “cross margin” o “isolated”.
Cross margin;
Supponendo che io apra una posizione in leva 10 X con un 10% del mio capitale, ed il prezzo dell’asset considerato cadesse del 10%, la mia posizione non verrebbe liquidata perché il 90% della liquidità rimasta coprirebbe la perdita momentaneamente subita.
Isolated:
Viceversa nell’isolato la stessa operazione porterebbe alla liquidazione, in quanto il capitale a margine è quello che subordiniamo all’operazione e non intacca il resto del deposito sul portafogli.
Bisogna prestare poi attenzione alle soglie di liquidazione, le piattaforme tendono a cautelarsi da improvvisi movimenti del mercato ponendo liquidazioni automatiche preventive.
E’ sempre bene monitorare attentamente la posizione.